La ricerca ha trovato nel complesso associazioni dirette tra l'esposizione ad alimenti ultra processati e 32 parametri di salute che comprendono: mortalità, cancro ed esiti di salute mentale, respiratoria cardiovascolare e metabolica
Mangiare sano: è uno dei mantra che, nella Giornata mondiale dedicata all'obesità, ricorrerà più di altri. Non è una questione di chili di troppo, assicurano gli esperti, ma di salute. Parola chiave: dieta mediterranea, più verde nel piatto, cereali integrali, no ai cibi ultra processati. Su quest'ultimo punto, in particolare, è una maxi metanalisi mondiale pubblicata di recente sulla rivista 'Bmj' a mettere in guardia, offrendo 32 buoni motivi per non ignorare questo monito. La ricerca ha infatti trovato nel complesso associazioni dirette tra l'esposizione ad alimenti ultra processati e, appunto, 32 parametri di salute che comprendono: mortalità, cancro ed esiti di salute mentale, respiratoria cardiovascolare e metabolica.
Il lavoro, condotto da ricercatori di diversi atenei tra Australia, Usa, e anche Francia e Irlanda, suggerisce che la maggiore esposizione agli alimenti ultra-processati è associata a un rischio più elevato di esiti avversi per la salute, in particolare cardiometabolici, disturbi mentali comuni e esiti di mortalità.
La revisione, che si è basata sui dati di quasi 10 milioni (9,9 mln) di persone, è rimbalzata sui media in questi giorni in cui si parla di obesità, di alimentazione scorretta e del suo impatto sulla salute. I risultati, spiegano gli esperti, evidenziano la necessità di misure per ridurre l'esposizione a questo tipo di alimenti. Nei Paesi ad alto reddito, la quota di energia derivata da alimenti ultra-processati varia dal 42% e 58% in Australia e negli Stati Uniti, rispettivamente, fino al 10% e al 25% in Italia e Corea del Sud.
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